Slender Man – L’Uomo Nero millennial

Slender Man – dalla fantasia al reale

Come può un personaggio immaginario valicare la soglia che separa la fantasia dal mondo reale?

Per quanto bizzarra possa suonare è esattamente questa l’impresa riuscita a Slender Man ma, prima di essere preso per pazzo da conoscenti e lettori, è il caso che spieghi meglio quanto appena affermato.

And the winner is…

Slender Man

Rappresentazione dello Slender Man

Corre l’anno 2009 e il popolare sito “Something Awful” indice un concorso per immagini a tema: l’idea era inserire tramite Photoshop un aspetto inquietante in fotografie reali,  perciò venne creato un thread apposito per raccogliere le opere degli utenti.

Uno di essi, usando lo pseudonimo di Victor Surge, sottopone immagini di una creatura inquietante, vestita con un abito formale e dal volto indistinguibile; l’essere appare in boschi o luoghi poco illuminati e spesso sembra seguire bambini senza essere scorto.

Erik Knudsen, vero nome del creatore di Slender Man, vince il concorso grazie alla sua rielaborazione di figure spaventevoli archetipali; lo stesso Knudsen citerà infatti fra le sue fonti d’ispirazione l’Uomo Nero, i racconti di H.P. Lovecraft, lo Stephen King di “The Mist” e lo scrittore surrealista W.S. Burroughs.

Dalle immagini agli altri media

Il longilineo stalker di bambini ottiene un successo inaspettato ma abbastanza grande da permettergli dapprima di diventare uno dei meme più diffusi su internet, poi protagonista di web serie e  Creepypasta di successo ed infine star di videogiochi e film.

L’industria dell’intrattenimento è sempre alla ricerca di figure iconiche perciò in brevissimo tempo Slender Man diventa virale e la sua immagine talmente conosciuta da imprimersi facilmente nell’immaginario visivo dei più giovani. La sovrapponibiltà dello stalker in abito nero con gli spauracchi del pasato ha sicuramente contribuito a velocizzare questo processo.

Ho visto lo Slender Man

L’uomo basa la sua esperienza del mondo principalmente sulla vista e non è questa la sede per parlare di quanto sia strettamente interconnesso il nostro subconscio a simboli e figure archetipiche.

Quando un’immagine compare così spesso da diventare immediatamente riconoscibile e dunque iconica, essa assume uno spessore tale da raggiungere un diverso livello di esistenza, tanto da essere spendibile dal nostro subconscio per dare un volto, una forma, a sensazioni e paure che non riesce immediatamente ad identificare.

La certificazione del passaggio dello Slender Man da personaggio della finzione a protagonista della realtà, ci viene purtroppo dalla cronaca nera statunitense.

Se in un primo momento sono proliferate segnalazioni e avvistamenti di figure misteriose e inquietanti che le persone ormai identificavano con la creatura di Knudsen, è nella primavera-estate del 2014 che l’uomo in nero arriva con clamore sulle pagine dei giornali di mezzo mondo.

Tre assurdi e distinti casi criminali, dagli esiti e dalle modalità diverse, hanno condiviso l’ombra lunga e la presenza inquietante del nostro in tre diversi stati americani, tra l’altro molto distanti per clima culturale,  a testimoniare il grandissimo potere del web di influenzare menti e personalità eterogenee.

I casi di cronaca

Waukesha, Wisconsin

Sulla stampa americana venne definito “Slender Man Stabbing” e fu il primo ad avvenire: il 31 maggio 2014 le dodicenni Anissa Weier e Morgan Geyser accoltellano per 19 volte e poi abbandonano in un bosco la coetanea Payton Leutner, convinte che sarebbe morta di lì a poco.Sorprendentemente la vittima riuscì a trascinarsi fino a una strada limitrofa e attirando l’attenzione di un ciclista a essere soccorsa; giunta in ospedale in fin di vita è riuscita a salvare la pelle dopo 6 giorni di ricovero e cure intensive.

Le due carnefici dichiararono alla polizia che la povera Payton era un’offerta sacrificale a Slender Man, anche per questo furono ricoverate in una struttura psichiatrica e ritenute in un primo momento incapaci di intendere e di volere. Successivamente al raggiungimento della maggiore età, le due saranno poi condannate ad una pena detentiva in un istituo psichiatrico criminale, rispettivamente per anni 40 e 25.

Hamilton, Ohio

Il 6 giugno dello stesso anno ad , una figlia tredicenne accoltella la madre in cucina, al rientro della stessa a casa. La donna dichiarò alla polizia che la figlia aveva problemi psicologici ma che mai avrebbe immaginato che cercasse di ucciderla. Anche questa ragazza, secondo le dichiarazioni della madre, era ossessionata dalla figura di Slender Man e di nuovo l’atto criminoso e il collegamento con la creatura, le sono valse un soggiorno prolungato in una struttura psichiatrica.

Port Richey, Florida

Il terzo caso nell’arco di pochi mesi vede come scenario l’assolato “Sunshine State”: Il 4 settembre 2014 la quattordicenne Lily Marie Hartwell decide di dare alle fiamme la propria casa, con dentro la madre e il fratello minore di 9 anni. Entrambi riusciranno a lasciare l’edificio ma la madre, non notando all’esterno la figlia maggiore, è rientrata in casa per cercarla rischiando la propria vita.

I pompieri, per la seconda volta, traggono in salvo la donna che riceverà poco dopo una telefonata della figlia nella quale ella confessava di aver appiccato il fuoco alla loro dimora e che il crimine le era stato suggerito da Slender Man.

Conclusioni e Link

Nonostante le speculazioni precedenti sugli archetipi e la loro forte presa sull’inconscio, resta comunque difficile capire come le menti di adolescenti e bambini diversi fra loro e non necessariamente gravati da problematiche psicologiche, possa cedere in maniera così totale al richiamo di una tale insensata malvagità.

Possiamo forse trovare una chiave di lettura interessante in una dichiarazione di Erik Knudsen riguardo le immagini da lui presentate al concorso di Something Awful:”Le ho usate per creare qualcosa le cui motivazioni sono a malapena comprensibili e che causasse un generale disagio e terrore nella gente comune¹“.

Missione compiuta Mr. Knudsen, la banalità del male è l’unica risposta.

Una delle immagini presentate da Eric Knudsen al concorso

 

https://globalnews.ca/news/1374200/slender-man-how-an-internet-meme-became-involved-in-a-stabbing-case/

https://www.vanityfair.com/hollywood/2016/01/american-horror-story-slender-man

https://en.wikipedia.org/wiki/Slender_Man

https://it.wikipedia.org/wiki/Slender_Man

http://time.com/2818192/creepypasta-copypasta-slender-man/

https://www.nytimes.com/2010/11/14/fashion/14noticed.html?_r=0

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